Le nuove droghe sono così definite non solo per il loro recente ingresso sul mercato, ma anche per la modalità con cui si sono inserite nel consumo quotidiano, rispondendo alle richieste emergenti di una società in cui il tasso di frustrazione è sempre più in aumento.

Si tratta di droghe i cui effetti tossici non solo non sono stati ancora rilevati, ma vengono mascherati da slogan salutistici, tanto da favorirne la sperimentazione alla luce della loro efficacia, seppur temporanea, nel superamento di situazioni disagevoli.

Le Spice Drugs rientrano in questa categoria di nuove droghe e vengono spesso utilizzate in sostituzione alla cannabis da un numero crescente di adolescenti, incuriositi dalla loro ampia pubblicizzazione sul web.

Per quanto resti ancora in gran parte sconosciuta la tossicologia associata alle erbe attraverso cui queste droghe vengono prodotte, gli effetti che vengono riportati in seguito al loro consumo sono simili a quelli della cannabis: insonnia, nausea, cefalea, deficit della concentrazione e dell’ attenzione e si presumono, nonostante i rischi associati al loro consumo non siano stati ancora testati sugli uomini, potenziali effetti cancerogeni, nonché complicazioni psichiatriche gravi in caso di sovradosaggio e sviluppo di dipendenza.

Alla luce di questi dati, a partire dal 2009, anno in cui l’ACMD (Advisory Council on the Misuse of Drugs) ha raccomandato la classificazione e il controllo di queste droghe emergenti, anche in diversi paesi europei sono stati intrapresi dei provvedimenti legali al fine di arginare la diffusione di questa nuova tendenza tossicomanica.

Serena Dainese

[Vardakou, C. P., & Spiliopoulou, Ch. (2010). Spice Drugs as a new trend: Mode of action, Identification and Legislation. Toxicology Letters, 197, 157-162].