“La terapia di gruppo è la forma principale di trattamento dei pazienti con disturbi da uso di sostanze: alcool dipendenti, dipendenti da oppiacei e, più recentemente, cocainomani per la riconosciuta capacità di ridare coesione a individui emarginati, e di affrontare i problemi “centrali” connessi alla negazione e alla razionalizzazione che spesso portano i pazienti tossicodipendenti alla ricaduta.”
Dept . of Psychiatry – Harvard Medical School at The Cambridge Hospital – Cambridge, MassachussettsCrest, già dalla nascita della sua prima comunità terapeutica nel 1984, ha creato un gruppo dedicato ai genitori e ai famigliari dei pazienti tossicodipendenti in cura presso le proprie strutture.
La necessità di affiancare un gruppo per i famigliari come strumento di cura del paziente tossicodipendente nasce dalle evidenze cliniche che mostrano come un trattamento abbia maggiori possibilità di efficacia e successo a lungo termine se l’intervento terapeutico coinvolge i famigliari.
I famigliari dei pazienti tossicodipendenti sono stati di fatto e saranno inevitabilmente coinvolti nell’ambiente che ha consentito lo svilupparsi ed esprimersi della malattia e quindi, ora come prima, saranno per forza e loro malgrado, coinvolti nella cura sia che vogliano partecipare attivamente sia che vogliano mantenersi distanti.
La peculiarità della tossicodipendenza in quanto malattia pervasiva, cronica e recidivante e gli assunti teorici nella cura dei tossicodipendenti, suggeriscono che un gruppo, dedicato a chi con questi pazienti ha convissuto e sarà destinato a convivere, è strumento non solo necessario ma indispensabile per lavorare alla complessità che caratterizza la relazione tra famigliari; la complessità infatti è il dato caratterizzante sia della malattia sia della relazione tra famigliari e un approccio multidisciplinare ed integrato che coinvolga quanti più strumenti possibili coerenti con un approccio comune e una terapia condivisa è ad oggi riconosciuto universalmente come il modello terapeutico per la cura delle tossicodipendenze più efficace.
Il patto terapeutico che in un percorso di cura normalmente coinvolge la diade paziente-terapeuta nel caso della cura dei pazienti tossicodipendenti coinvolge anche un terzo attore rappresentato dai famigliari e talvolta anche un quarto convitato: i servizi invianti, quali SerT, CPS, medici invianti e quant’altro; è da considerare quindi che mentre in una diade paziente-terapeuta il comportamento che potrebbe far fallire il trattamento potrà essere messo in atto da due soggetti , nel caso del paziente tossicodipendente le possibilità sono esponenzialmente più elevate; le cose poi si complicano maggiormente in presenza di pazienti con diagnosi di comorbilità psichiatrica, come spesso avviene per i pazienti che giungono alla nostra osservazione. Riflettere quindi sui comportamenti che potrebbero interferire sull’efficacia del trattamento è un dovere certo dei pazienti , che quotidianamente sono invitati a farlo in comunità, ma anche delle altre parti in causa, ovvero terapeuti e famigliari.
Ecco il perché delle supervisioni d’équipe per i curanti e degli incontri e dei gruppi per i famigliari intesi come momenti terapeutici di revisione clinica e riflessione personale in un gruppo.
Il gruppo si pone diversi obiettivi: garantire alle diverse figure parentali uno spazio strutturato dove portare la propria testimonianza e dove potranno essere espresse e accolte le emozioni sia relative al periodo prima della cura sia al periodo della cura; condividere un’esperienza spesso drammatica e dolorosa con altri genitori e famigliari di pazienti tossicodipendenti sfruttando così il naturale e spontaneo effetto di auto aiuto già sperimentato nei gruppi dedicati ai famigliari di alcolisti anonimi e narcotici anonimi ; aiutare a bilanciare e affrontare le paure e le aspettative integrando il punto di vista dei famigliari con quello del paziente e dei curanti.
Compito non secondario del gruppo è quello di orientare e informare correttamente i famigliari sul trattamento e sul mondo di regole e assunti teorici che lo compongono e limitano; nel caso specifico si fa riferimento alla D.B.T. (Marsha Linehan 1998, 2011): confrontarsi e riflettere sulla coerenza dei propri comportamenti rispetto al trattamento, individuare i comportamenti che vanno a sabotare la terapia, osservare e descrivere i comportamenti di co-dipendenza e fornire indicazioni sui comportamenti adeguati sono obiettivi che realisticamente possono modificare in modo più funzionale l’ambiente che il paziente tossicodipendente troverà al termine del periodo in comunità. Questo setting rende possibile interventi di Parental Skills Training secondo la metodologia suddetta.
Il gruppo dei famigliari, della durata di un’ora e mezza, ha frequenza quindicinale e si tiene presso la sede Crest di p.le Baracca n° 1 a Milano il giovedì alle ore 19.
A cura di Vittorio Tanzi Mira